Tassa di soggiorno a Roma: come funziona per gli affitti turistici?
Tutto sulla tassa di soggiorno a Roma per gestori e proprietari di case vacanze
Se vuoi aprire una casa vacanze nel cuore della Capitale, tra i vari aspetti burocratici di cui dovrai occuparti c’è anche la riscossione della tassa di soggiorno a Roma, un contributo locale da richiedere agli ospiti e successivamente versare al Comune.
Il contributo di soggiorno a Roma varia in base al tipo di struttura in cui si pernotta.
Le tariffe, aggiornate nel 2023, prevedono per case vacanze e immobili in locazione breve la tassa di soggiorno Roma è compresa tra i 5 e i 6 euro a notte. Per gli hotel, la cifra varia in base al numero di stelle e può arrivare fino a 10 euro al giorno nel caso di strutture a 5 stelle.
Vediamo quindi come funziona la tassa turistica a Roma, come deve essere richiesta e quali sono le scadenze per il versamento al Comune.
Come funziona la tassa di soggiorno a Roma
La tassa turistica a Roma è applicabile per un massimo di 10 notti consecutive presso la stessa struttura.
Sono previste, tuttavia, alcune esenzioni. Nel Comune di Roma la tassa di soggiorno non deve essere richiesta a:
- minori di 10 anni
- persone con disabilità e loro accompagnatori
- studenti inseriti in programmi di scambio
- membri delle forze dell’ordine in servizio
- residenti in città che soggiornano presso strutture ricettive.
Nel caso di una casa vacanze, il compito di incassare il contributo dell’imposta di soggiorno a Roma spetta al gestore della struttura, il quale deve rilasciare agli ospiti una ricevuta che attesti il numero di notti di pernottamento e il relativo importo versato per la tassa di soggiorno al Comune di Roma.
Tale importo deve essere comunicato in maniera chiara. Pertanto, sulla ricevuta deve essere indicato separatamente rispetto al costo della locazione riportando la dicitura “Assolto contributo di soggiorno per Euro…”.
Il gestore, insomma, agisce come agente contabile ed è responsabile del pagamento del contributo, con diritto di rivalsa nei confronti degli ospiti, in caso di mancato pagamento.
Tasse soggiorno Roma: obblighi di comunicazione e scadenze
In caso di locazioni brevi, il gestore è tenuto a inviare al Comune di Roma una comunicazione trimestrale con l’indicazione del numero degli ospiti che hanno pernottato presso la casa vacanze nel periodo di riferimento, includendo anche quelli esentati dal pagamento della tassa di soggiorno a Roma.
Tale comunicazione deve essere trasmessa obbligatoriamente, anche se la struttura è rimasta vuota, rispettando le seguenti scadenze:
- 1° trimestre (gennaio-marzo) – 16 aprile
- 2° trimestre (aprile-giugno) – 16 luglio
- 3° trimestre (luglio-settembre) – 16 ottobre
- 4° trimestre (ottobre-dicembre) – 16 gennaio dell’anno successivo.
Per assolvere l’obbligo di comunicazione bisogna utilizzare gli strumenti telematici messi a disposizione dal Comune di Roma, ossia la piattaforma GECOS, accessibile con SPID, CIE e CNS.
I versamenti della tassa di soggiorno incassata dai turisti devono essere effettuati al termine di ciascun trimestre, rispettando le stesse scadenze della trasmissione delle comunicazioni. I pagamenti al Comune di Roma della tassa di soggiorno avvengono tramite la piattaforma PagoPA, utilizzando l’Identificativo Univoco di pagamento (IUV) rilasciato dopo l’invio della comunicazione. Il versamento può essere effettuato per via telematica oppure presso gli uffici postali, i punti vendita autorizzati o le banche, utilizzando il modello F24.
Infine, ogni anno, entro il 30 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, i gestori devono presentare al Comune di Roma la resa del conto giudiziale, in quanto identificati come “agenti contabili della riscossione”. A tale scopo, devono presentare un apposito modello riepilogativo. A sua volta, il Comune inoltrerà il conto giudiziale alla Corte dei Conti, segnalando eventuali incongruenze.
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Adesso che ti abbiamo spiegato a quanto ammonta il costo della tassa di soggiorno a Roma e come assolvere agli obblighi fiscali e normativi relativi a questo pagamento, è chiaro un errore o una dimenticanza può comportare il rischio di essere soggetti a sanzioni amministrative pecuniarie.
In caso di omesso, ritardato o parziale versamento della tassa soggiorno a Roma, è prevista una sanzione pari al 30% dell’importo non versato. Se, invece, la dichiarazione relativa alla tassa di soggiorno nella Capitale non è stata presentata, oppure non corrisponde al vero, la sanzione può variare tra il 100% e il 200% dell’importo dovuto.
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