Affitti brevi e spese detraibili, come orientarsi tra i vari regimi fiscali
Se possiedi un appartamento nel cuore di Roma e stai valutando l’idea di trasformarlo in una casa vacanze di lusso, è fondamentale informarsi in modo approfondito sulla normativa vigente e sugli aspetti economici che regolano questa attività.
Per avere un quadro chiaro dei tuoi guadagni, è importante comprendere il regime fiscale che regola gli affitti brevi, quali sono le spese detraibili dalle tasse e quale modalità di tassazione si applica alla tua attività.
La normativa fiscale italiana prevede due possibili regimi per i redditi derivanti dagli affitti brevi: l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e la cedolare secca. La scelta tra questi regimi dipende dalla durata della locazione e dalla tipologia dell’immobile affittato.
Comprendere le differenze tra queste opzioni ti aiuterà a massimizzare i tuoi guadagni, ottimizzando al contempo la gestione fiscale della tua proprietà.
Affitti brevi: cosa succede quando sono tassati in base all’IRPEF
Se i redditi derivanti dagli affitti brevi vengono tassati secondo il regime dell’IRPEF, si sommano al reddito complessivo del contribuente e vengono inclusi nel calcolo delle imposte insieme alle altre fonti di reddito. In questo contesto è necessario distinguere tra redditi fondiari e redditi diversi, in quanto la modalità di tassazione e le detrazioni variano a seconda della categoria in cui rientrano.
- Quando il reddito da locazione viene considerato nel reddito fondiario,
il 95% del suo importo viene tassato in base all’IRPEF, con una deduzione forfettaria del 5%. È fondamentale notare che, in questo caso, non è possibile detrarre le spese sostenute per la gestione della proprietà, come quelle relative alla manutenzione e alla gestione dell’immobile.
I redditi derivanti da sublocazione rientrano tra i redditi diversi e l’IRPEF viene applicata sull’intero importo. In questo caso sono previste, per la gestione degli affitti brevi delle spese detraibili, purché siano debitamente documentate con fattura. Ad esempio, è possibile dedurre i costi per la pulizia dei locali o per altri servizi legati alla gestione della proprietà.
La cedolare secca per gli affitti brevi
La cedolare secca è un regime fiscale che prevede un’imposta sostitutiva, con un’aliquota fissa, sul reddito percepito dagli affitti brevi. Questo significa che l’importo derivante dall’affitto non si somma ad altri redditi del contribuente, semplificando la gestione fiscale e riducendo la complessità delle dichiarazioni.
Tuttavia, uno degli svantaggi di questo regime è che prevede meno opportunità di detrazioni, a meno che non riguardino spese specifiche, come quelle per la pulizia dell’immobile, che possono essere dedotte se debitamente documentate con fattura.
Un’importante novità arriva con la Legge di Bilancio 2024, che ha aggiornato l’aliquota della cedolare secca. A partire dal 2024, l’aliquota sale dal 21% al 26% per i redditi derivanti dall’affitto di immobili diversi dal primo. L’aliquota del 21% continua invece ad applicarsi per il primo immobile locato.
In sostanza, solo il primo immobile affittato potrà beneficiare dell’aliquota al 21%, mentre gli altri appartamenti affittati saranno tassati al 26%. Questa distinzione è particolarmente rilevante per i proprietari di più immobili destinati ad affitti brevi, poiché avrà un impatto diretto sui guadagni.
Un altro punto importante è che la cedolare secca si applica esclusivamente ai contratti di locazione breve, ossia quelli con una durata massima di 30 giorni. Superato questo limite, il reddito derivante dall’affitto rientra nel regime IRPEF e sarà tassato come parte del reddito complessivo del contribuente.
Affitti brevi: quali sono le spese detraibili
Per quanto riguarda gli affitti brevi, le spese detraibili dipendono dal regime fiscale adottato. Le spese necessarie per la gestione dell’immobile possono influire significativamente sui guadagni, ed è importante sapere come e quando poterle detrarre per ottimizzare il rendimento economico.
Se i redditi derivanti dagli affitti brevi sono considerati redditi fondiari, le opportunità di detrazione sono limitate. In questo caso, il regime fiscale risulta poco vantaggioso, soprattutto quando si sostengono spese consistenti per la manutenzione e gestione dell’immobile.
Al contrario, quando i redditi da affitto breve rientrano tra i redditi diversi, il contribuente ha diritto a una serie di detrazioni più ampie. Le principali spese detraibili includono:
- pagamenti per la pulizia della casa
- spese di manutenzione straordinaria necessarie per garantire la locazione
- altre spese considerate necessarie per poter locare l’immobile
Tutte queste spese devono essere correttamente documentate tramite fattura, in modo da poter essere detratte dal reddito percepito. Un altro vantaggio significativo del regime dei redditi diversi è che è possibile ridurre l’imponibile complessivo, deducendo dai corrispettivi attivi, cioè dal reddito dell’affitto, le spese sostenute per la locazione e diminuendo così l’importo su cui verrà applicata la tassazione.
La gestione fiscale degli affitti brevi può risultare abbastanza complessa, specialmente per chi possiede più immobili. Per evitare errori in sede di dichiarazione dei redditi, infatti, è necessario essere sempre informati sugli aggiornamenti delle normative in materia di affitti brevi.
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