Contratto turistico o transitorio? Guida alle differenze
Contratto turistico o transitorio: come scegliere la formula più adatta per il tuo immobile
Il mercato delle locazioni prevede diverse soluzioni contrattuali, pensate per rispondere alle esigenze specifiche di inquilini e proprietari. Nel settore degli affitti brevi, però, si fa spesso confusione tra contratto turistico o transitorio, due formule che soddisfano entrambe necessità abitative temporanee, ma che presentano alcune differenze.
Se stai progettando di aprire una casa vacanze di lusso a Roma e ti stai occupando degli aspetti pratici e burocratici relativi all’avvio dell’attività, comprendere cosa cambia tra contratto di locazione transitorio o turistico può aiutarti a scegliere la formula più adatta per il tuo immobile.
Approfondiamo, quindi, le caratteristiche e le differenze di ciascuna opzione.
Contratto turistico o transitorio: caratteristiche e differenze
Contratto turistico o transitorio? Prima di rispondere, precisiamo che le due formule differiscono principalmente tra loro per durata e finalità:
- il contratto di affitto turistico non può superare i 30 giorni di permanenza e non richiede la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate
- il contratto di affitto transitorio può superare i 30 giorni di permanenza, ma non i 18 mesi, e deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate.
L’affitto turistico, o affitto breve, viene scelto per le case vacanze perché si adatta perfettamente alla domanda stagionale e consente di gestire la presenza degli ospiti anche per brevi periodi, come una sola notte. Inoltre, questo contratto prevede anche che vengano assicurati agli ospiti servizi aggiuntivi come la fornitura di biancheria pulita e la pulizia dell’alloggio.
Il contratto di affitto transitorio, regolamentato dalla Legge 431 del 1998, è adatto a situazioni in cui non ci sono finalità turistiche. Rispetto all’affitto breve, consente di stabilire un canone di pagamento mensile fisso ed è ideale per coloro che necessitano di soluzioni abitative temporanee per motivi di studio o lavoro.
L’affitto transitorio, regolamentato dalla Legge 431 del 1998, può essere applicato solo se non vi sono finalità turistiche. Rispetto all’affitto breve, consente di stabilire un canone di pagamento mensile fisso ed è ideale per coloro che necessitano di soluzioni abitative temporanee per motivi di studio o lavoro. Questa formula, però, non prevede il rinnovo automatico del contratto alla sua scadenza: un’eventuale proroga, pertanto, deve essere espressamente concordata tra le parti.
Quale formula contrattuale è la più vantaggiosa?
Entrambe le tipologie di affitto (turistico e transitorio) richiedono al locatore di rispettare le normative fiscali e di pagare le tasse sui redditi da locazione. In base al caso specifico, poi, è possibile decidere se optare o meno per la cedolare secca.
In generale, l’affitto transitorio offre una fonte di entrate più stabile per un periodo di tempo determinato, mentre l’affitto turistico può generare guadagni più elevati grazie alla tariffa media per notte. Tuttavia, per massimizzare le entrate con l’affitto turistico, è fondamentale garantire che la struttura sia occupata il maggior numero di giorni possibile ogni mese.
Nel calcolo dei guadagni, bisogna anche considerare che gli affitti brevi hanno delle spese detraibili, come quelle relative alla manutenzione e alla gestione dell’immobile.
La scelta tra contratto turistico o transitorio, quindi, dipende da come intendi gestire il tuo immobile. Se desideri adibirlo a casa vacanza, la formula dell’affitto turistico è la più indicata. Tuttavia, se un inquilino decide di rimanere per più di 30 giorni, sarà necessario stipulare un contratto di affitto transitorio.
Se hai dubbi sulle pratiche burocratiche o sulle incombenze fiscali, la cosa migliore da fare è affidarti a un’agenzia specializzata in affitti brevi e medi, come iFlat.
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