Cedolare secca per affitti brevi: cos’è, come funziona e quando si paga

Quali sono i vantaggi della cedolare secca per affitti brevi

La gestione fiscale degli affitti brevi è uno degli aspetti più complessi per i proprietari di case vacanze. Chi dispone di una seconda proprietà, specialmente in una zona ambita come il centro di Roma, può ottenere guadagni significativi affittando l’immobile per periodi brevi ai turisti stranieri. Tuttavia, per determinare un canone che sia giusto e che permetta di ottenere un buon introito, è importante tenere in considerazione anche gli obblighi fiscali legati all’affitto.

Se fino a non troppo tempo fa sembrava difficile fare chiarezza sull’argomento, ora la situazione sembra essere decisamente più chiara. La Legge di Bilancio 2024, n. 213 del 30 dicembre 2023, ha introdotto una novità importante nel settore: l’applicazione cedolare secca anche per gli affitti turistici.

Più nel dettaglio, la disciplina fiscale della cedolare secca per gli affitti brevi, applicabile a partire dall’1 gennaio 2024 agli immobili destinati alle locazioni turistiche brevi – non superiori ai 30 giorni -, mira a semplificare la materia e consente ai proprietari di beneficiare di una tassazione più chiara e conveniente.

Vediamo in cosa consiste e quali sono i vantaggi per i proprietari.

Cos’è la cedolare secca per gli affitti brevi e come funziona

La cedolare secca è un regime fiscale agevolato che prevede il pagamento di un’imposta sostitutiva fissa in alternativa all’IRPEF e alle relative addizionali.

I vantaggi della cedolare secca per gli affitti brevi sono diversi:

• il locatore paga un’aliquota più bassa rispetto a quella dell’IRPEF ordinaria
• non è necessario determinare il reddito imponibile per determinare l’importo delle tasse da pagare
• l’imposta da pagare è chiara e certa, perché è determinabile in anticipo in base al canone di affitto e non è soggetta ad aggiornamenti ISTAT.

Dall’1 gennaio 2024 l’aliquota della cedolare secca per gli affitti brevi è aumentata passando dal 21% al 26%. Ma come precisato in una FAQ dell’Agenzia delle Entrate, in data 17 aprile 2024, i contribuenti che affittano un solo immobile scegliendo il regime della cedolare secca, anche con più contratti di locazione breve, hanno diritto ad applicare l’aliquota del 21%.

L’aliquota del 26% si applica, invece, sugli altri immobili affittati oltre al primo. È importante sottolineare che, nel caso in cui un proprietario adibisca più di quattro appartamenti a case vacanza, l’attività viene considerata imprenditoriale. In tal caso, non sarà possibile applicare la cedolare secca per gli affitti brevi, in quanto il regime fiscale agevolato è riservato solo a chi opera come locatore privato.

Come pagare la cedolare secca sugli affitti brevi

Il pagamento della cedolare secca è soggetto alle stesse scadenze e modalità dell’IRPEF, prevedendo sia il saldo che l’acconto. Pertanto, l’importo dovuto va versato secondo le seguenti modalità:

• entro il 30 novembre in un’unica soluzione, per importi inferiori a 257.52 euro
• in due rate per importi superiori a 257.52 euro, la prima pari al 40% dell’acconto entro il 30 giugno, o entro il mese successivo con maggiorazione dello 0,4%, e la seconda pari al 60% restante entro il 30 novembre.

La tassazione sugli affitti brevi ad uso turistico cambia in base al numero di immobili che si gestiscono. Se si supere il numero di quattro immobili, sarà necessario aprire una Partita IVA e scegliere un regime fiscale diverso dalla cedolare secca, optando tra forfettario, semplificato e ordinario, a seconda della situazione e delle caratteristiche dell’attività.

Se possiedi uno o più appartamenti nel centro di Roma e stai pensando di affittarli ai turisti, puoi guadagnare dai tuoi immobili affidando la loro gestione a professionisti specializzati in affitti brevi e medi.

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